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Parco Nazionale del Circeo



La piana impaludata


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“Fra tutti gli ecosistemi del pianeta il più ricco produttore di biomassa è, in assoluto, l'ambiente palustre”
L'uomo, l’ha sempre temuta per le difficoltà che comportava: l'umidità, gli insetti, i miasmi, le febbri ma allo stesso modo ne veniva irresistibilmente attratto per la ricchezza di animali da cacciare, per l'abbondanza di pesce, di legname, di erbe e frutti, di paglia e giunchi. Enormi erano le sue risorse, ma con rischi senza fine, primo fra tutti quello della malaria. Le paludi Pontine erano per gran parte ricoperte da una fitta selva e si estendevano da Terracina fin sotto Roma. Innumerevoli i tentativi di bonifica sempre parziale, dai Romani, ai Papi, fino all’intervento integrale realizzato negli anni ’30.

Le esperienze

Dal punto panoramico sul promontorio del Circeo si vede la zona preservata dal parco, della selva mediterranea, con il sistema dei laghi costieri e del cordone dunare che intrattenendone le acque, li separa dal mare.
Una visita al centro di accoglienza del Parco del Circeo consentirà di scoprire come si presentava l’ambiente palustre precedentemente la bonifica, all’interno del bosco infatti è visitabile “la piscina della verdesca”.