BOSCHI DI LECCIO

 

La superficie di distribuzione del Leccio è la più ampia del territorio, occupando complessivamente più di 1000 ettari, ma tutto ciò che è rimasto di ciò che può considerarsi come superficie boscata a leccio è una superficie di 200 ettari circa ubicata in una fascia altitudinale compresa tra i 1000 e 1250 m s.l.m. circa, localizzati fra i monti: Minardo (1304 m), Peloso (1269 m), Sellato (1299 m) s.l.m.
Questo nucleo di boschi è circondato da boscaglie tendenti alla costituzione di boschi di Leccio con una estensione superficiale di circa 300 ettari.
Il resto della superficie è costituita da colate laviche colonizzate dal leccio che rimane allo stato più o meno arbustivo e con scarsa copertura.
La composizione floristista della lecceta è molto ricca.
Tra le principali specie arboree ed arbustive si ricordano: la ginestra dell'Etna (Genista aetnensis (Biv.) DC.), bagolaro di Tounefort (Celtis tournefortii Lam.), biancospino (Crataegus monogina Jacq. subspecie monogyna), Fillirea (Phillyrea latifoli L.), ferula (Ferula communis L.), euforbie (Euphorbia rigida Bieb.), (E. characias L.), (Rosa canina L. varietà canina), pungitopo (Ruscus aculeatus L).
Nelle rocce laviche dove le condizioni microclimatiche permettono un buon tenore di umidità è facile rinvenire felci come le: (Asplenium trichomanes L.), (Asplenium adiantum-nigrum L.), (Ceterach officinarum DC.).
Altre specie che trovano buone condizioni di crescita in luoghi ombrosi sono: l'Ombelico di venere (Umbilicus rupestris (Salisb.) Dandy), Arabis verna R. Br., Sagina subulata (Swartz) C. Presl, Cyclamen hederifolium Aiton, Orchis commutata Tod.
Specie frequenti nei luoghi con terreno poco evoluto sono: Rumex scutatus forma aetnensis (C. Presl), Centranthus ruber (L.) Bertol.
Altra specie frequente nella lecceta che da il nome all'associazione Querco-Teucrietum è la Teucrium siculum (Rafin.) Guss., presenti anche Teucrium chamaedris L. e Teucrium flavum L. subspecie flavum.
Altre specie erbacee presenti nella zona sono: Silene sp., Paeonia mascula (L.) Miller subspecie mascula, la Fragola di bosco (Fragaria vesca L), Trifolium arvense L., Carota selvatica (Daucus carota L.), Galium aetnicum Biv., Origanum vulgare L. subspecie viridulum (Martin-Donos) Nyman), Verbascum thapsus L., Lonicera etrusca G. Santi, la camomilla selvatica Anthemis arvensis L. subspecie sphacelata (Presl) Fernandes, il Cardo (Onopordum illyricum L.), l'Aglio pippolino (Allium vineale L.), Neottia nidus-avis (L.) L. C. Rich., etc.
Anche i boschi di leccio sono stati governati a ceduo, e gli assortimenti ritraibili erano costituiti per lo più da legna da ardere e per la produzione di carbone; la crisi di questi assortimenti ha influito sull'allungamento dei turni di ceduazione, e per i boschi rientranti nella zona A del Parco è prevista la conversione all'alto fusto.